La facilità con la quale si vive anche se solo per poco tempo nei paesi nord europei è qualcosa di sconcertante. Tutto sembra essere così semplice e allegro, tutto sembra funzionare perfettamente e lo si capisce dalla propensione della popolazione locale a sorridere.
Il modo più interessante di visitare Copenhagen è in bicicletta. E non serve andare in un rent-a-bike, ci sono le biciclette parcheggiate per strada come servizio a pagamento (moderato) per chiunque ne abbia bisogno, e la maggior parte delle biciclette vengono poi addirittura riposte nuovamente al loro parcheggio. Tutta questa civiltà, a noi italiani, sembra assurda!
Online o in città, la Copenhagen Card è quasi fondamentale, ha davvero tantissimi luoghi e servizi scontati per turisti: http://www.copenhagencard.com/whats-included
Online o in città, la Copenhagen Card è quasi fondamentale, ha davvero tantissimi luoghi e servizi scontati per turisti: http://www.copenhagencard.com/whats-included
Anche per Copenhagen, come per molte altre capitali europee, l'aeroporto low cost più vicino è fuori città; qui si trova a Billund, a circa duecentocinquanta chilometri dalla capitale. Nonostante questa grande distanza, ci sono due opzioni per raggiungere Copenhagen, (a parte bus privati che dall'aeroporto portano direttamente a Copenaghen centrale): la prima opzione è raggiungere un piccolo paese chiamato Vejle con il bus 43 o 143 e da lì pendere il treno per Køvenhavn H (stazione centrale) per circa 45€ e tre ore e mezzo di viaggio. La seconda opzione è il Fjernbus 444 che arriva alla stazione di Copehagen Valby in 4 quattro ore e costa 44 € ma parte tutti i giorni tranne il mercoledì e la domenica alle 11:05 e alle 21:00 tranne il venerdì e il sabato. Se si decide di prendere questo bus e bisogna attendere qualche ora, vicino l'aeroporto c'è il Legoland, il più famoso parco divertimenti a tema della Danimarca, basato sui giocattoli della Lego (http://www.legoland.dk)
Arrivati a Copenhagen, la visita della città deve, secondo me, cominciare dal porto turistico, il Nyhavn, famoso per le casette colorate e i locali tipici che costeggiano tutto il porto. Da qui è facile raggiungere sia la Marmorkirken, la cattedrale di marmo ispirata allo stile italiano della basilica di San Pietro a Roma che Amalienborg, il Palazzo Reale.
Da qualche parte, all'ingresso del porto di Copenhagen, si trova la Statua della Sirenetta, una piccola opera d'arte in bronzo, simbolo di questa città.
Sulla stessa riva di Amalienborg, invece, si trova il Kastellet, una delle fortezze a stella nord europee meglio conservate, costruita nel XVII secolo.
Il miglior museo della capitale è sicuramente lo Statens Museum for Kunst (la Pinacoteca nazionale), è enorme e andrebbe visitato con molta cura e calma in quanto custodisce importanti opere di grandi pittori europei (ad esempio Tiziano, Matisse, Picasso, Rubens e Rembrandt). Anche la posizione del museo è geniale: all'interno di un grande parco con tre piccoli laghi e un'infinità di piante e fiori.
Il castello di Rosenborg (Rosenborg Slot), centrale e raggiungibile a piedi dallo Statens Museum for Kunst, è l'antica residenza rinascimentale della famiglia reale ed è circondata dai giardini reali (la visita è gratuita) per i quali vale davvero la pena passeggiare nonostante i numerosissimi turisti che li affollano ogni giorno.
Non è lontana da qui neanche la lunghissima Strøget, la via pedonale più lunga d'Europa, colma di bar, ristoranti, centri commerciali, locali e negozi di ogni tipo e genere.
Il carattere medievale di Copenhagen è ben visibile nel Municipio e nella piazza del Municipio (Rådhus e Rådhuspladsen) sono ispirati alla Torre del Mangia di Siena e a Piazza del Campo, mentre una rara e decisamente più moderna caratteristica di questa città è senza dubbio la consapevolezza che, nonostante la monarchia, si preservi sempre la libertà personale e comune.
Tale particolare visione della vita sociale la si ritrova nella micro-nazione Christiania, un quartiere auto-dichiaratosi tale ma, in realtà, solo parzialmente autonomo. Questa ex base navale fu occupata nel 1971 da un gruppo di hippies che si stabilirono negli edifici militari abbandonati già da qualche anno. Il governo tentò invano di sgomberare l'area fino a che si raggiunse una situazione di limbo, tuttora esistente. Ovviamente, a partire dal 1971, molti altre persone hanno occupato altri spazi liberi e tante famiglie si sono definitamente stabilite nell'area che quasi sembra un grande parco, creando un vero e proprio quartiere.
Ciò che, purtroppo, si conosce di questo posto è la totale libertà di commerciare droghe leggere e pesanti senza essere arrestati in quanto non c'è alcun controllo delle autorità. La strada principale, che inizia dalla porta di Christiania è chiamata Pusher Street non a caso.
Ciò che, purtroppo, si conosce di questo posto è la totale libertà di commerciare droghe leggere e pesanti senza essere arrestati in quanto non c'è alcun controllo delle autorità. La strada principale, che inizia dalla porta di Christiania è chiamata Pusher Street non a caso.
Ci sono comunque delle regole che vietano l'uso delle droghe pesanti all'interno di Christiania, ma pare che l'unica regola realmente messa in atto da tutti i settecento residenti è il divieto imposto, a chi entra, di fare fotografie.
Quello che invece non tutti sanno (o forse non a tutti interessa) è che quest'area ha davvero sviluppato dei servizi pubblici come in nessun altro posto in Europa: un asilo, la panetteria, la fabbrica di biciclette, un cinema, bar, ristoranti e locali. Avendo ufficialmente comprato il suolo nel 2011, la comunità di Christiania ha pattuito con il governo una specie di tregua, più che altro ha ottenuto l'usufrutto del suolo pubblico, gestendo in maniera autonoma ogni tipo di attività.
Quello che a me, personalmente, ha stupito è stata la decadenza di questo bellissimo posto: nel mio immaginario Christiania è una signora che negli anni Settanta era un'accesa hippy e che ora, per motivi personali e sociali, indossa panni alla moda facendo cose che aveva criticato da giovane. Non è difficile trovare grandi auto costose parcheggiate di fronte una delle case occupate, giganti buchi nella recinzione e via vai di occupanti che poi tanto hippy non sono, che lavorano in centro e mettono sotto il mattone tanti soldi da fare la bella vita senza pagare le tasse che gli spetterebbero. Non che io le paghi, ma l'utopia di Christiania è oramai svanita e lascia il posto ai soliti turisti tossicomani che fondamentalmente, con i loro soldi, sostengono la vita del quartiere.