Quindi mi limiterò a rispondere alle domande che mi sono state poste durante gli ultimi tempi, magari riesco a trovare un capo e una coda.
COM'È CHE SEI ANDATA A SHANGHAI, IN GIAPPONE?
Molti confondono Cina e Giappone e per alcuni sono stata a Shanghai che si trova in Giappone, o a Pechino che pare sia l'unica città in Cina, o a Hong Kong che per qualcuno è cinese e per altri è ancora inglese.
Comunque..in realtà non volevo proprio andarmene in Cina, più che altro ero convinta di partire per il Messico, dove mi avrebbero aspettato spiagge assolate, gente amichevole e forse anche un lavoro in campo turistico. Pensavo di poter lavorare come guida turistica per grandi navi o gruppi di vacanzieri spaesati, di certo però non conoscevo nessuno lì, quindi come donna solitaria, all'inizio almeno, sarebbe stato un po' pericoloso e comunque difficile.
Dopo qualche giorno dall'aver maturato questa convinzione, un mio carissimo amico mi chiama in Skype per aggiornarmi del suo ultimo spostamento: dopo l'est europeo e Dubai, da qualche tempo viveva in Cina, a Shanghai e durante questra strana videochiamata intercontinentale mi racconta di come sia la vita da lui. Il lavoro non è difficile da trovare, la vita costa meno che in Occidente, la città è gigante e funziona perfettamente. L'unico scoglio sociale, mi assicura, è la lingua, il mandarino, con accento shanghainese, difficile ma interessante.
Da quel momento, come se mi si stesse prendendo per il culo, decine di persone cominciano a parlarmi della Cina, qualcuno anche di Shanghai, e ogni volta che cominciavo a dubitare tra le due destinazioni, c'era sempre chi mi faceva spostare sui binari per Shanghai.
A questo punto, non potevo non lasciarmi trasportare da questo flusso (molti credono nel destino, lo chiamano così perché presumono che sia un avvenimento che non dipende da essi stessi. Secondo me, noi siamo i fautori di tutto ciò che avviene, pertanto io non lo chiamo destino, e se si chiamasse in altro modo non ci crederei comunque. Ma c'è un qualcosa ed è un mix di possibilità, probabilità ed energie fortissime: energie casuali ma magnetiche che attraggono e respingono altre energie creando una spinta verso un punto. Nel mio caso, in particolare le fortissime energie di quattro o cinque persone a cui ero molto legata mi hanno accompagnata alle porte della Cina.), perciò nelle tre settimane intercorse tra decisione definitiva e arrivo all'aeroporto di Pudong ho richiesto un visto turistico (valido per un massimo di tre mesi) con la consapevolezza che, al massimo, mi sarei fatta un bel viaggio, una vacanza.
PERCHÈ TI SEI FERMATA DUE ANNI?
Appena arrivata ho capito che valeva la pena fermarsi un po' più di tre mesi, credo di averlo capito dal primo giorno, non ho neanche sofferto di jet-lag, ero troppo eccitata, Shanghai mi aveva presa e sbattuta dentro di sé, senza neanche farmi capire dove cazzo mi trovassi. Bella, affascinante, vecchia e moderna allo stesso tempo, surreale e incredibile, occidentalizzata e tradizionale, questa città avrebbe dato i natali ad una nuova me.
Assurdo?
Naah, possibile e reale dall'altra parte del mondo.
COM'È LA VITA A SHANGHAI?
Essendo questa la città più ricca della Cina e con più ricchi residenti nella metropoli, il costo della vita nei due anni in cui sono stata io (2011-2013) è aumentato, ed è così dall'Expo del 2010, ma i lussi sono sempre alla portata di qualunque straniero. Mangiare fuori, andare a bere qualcosa dopo il lavoro e fare shopping sono praticamente azioni giornaliere. La città vive 24/7 e c'è sempre da fare. Basti pensare che, ci sono ristoranti internazionali, tra cui decine di pizzerie italiane, ristoranti greci o vegani o negozi di artigianato turco e centri di massaggi di ogni tipo e costo. La maggior parte degli artisti di musica o arte internazionali che nascono negli States passano prima da Shanghai e poi dall'Europa, gli stilisti organizzano qui alcune première e gli architetti trovano terreno edificabile per le loro idee innovative solo in Cina e forse in India e Braisile. Per non parlare dell'import-export: le reti commerciali sono fittissime e raggiungono ogni parte del globo. La vita scorre rapida, pare che non ci si possa fermare per paura di perdersi qualcosa. Personalmente, i miei piccoli lussi li ho soddisfatti tutti: un motorino elettrico, una bicicletta, una casa più grande e tanti viaggi indimenticabili across Asia. My beloved Asia.
Old Town - Shanghai |
Il periodo più bello è, ovviamente, la primavera: gli alberi in fiore (no, non i mandorli, quello è il Giappone), il profumo del fresco nei giardini, il risveglio ormonale dei maschi occidentali che corrono sotto le minigonne delle cinesine, stranieri (tantissimi sono studenti) che trascorrono il loro tempo per strada, ciondolando.
Il lato B di tutto questo bellissimo quadro è Shanghai stessa: non è sporca, anzi Roma è decisamente un porcile in confronto, ma ci sono troppe auto, quindi troppo traffico, quindi troppi clacson, quindi troppo stress. Avere una bicicletta o un motorino è perfetto perché ovunque c'è una pista ciclabile o un marciapiede abbastanza largo sul quale guidare a slalom tra i pedoni. I cinesi sono straordinariamente innocui, non importunano le donne e non commettono crimini sociali, a volte impazziscono indipendentemente e magari cominciano a correre nudi per strada (personale esperienza visiva da dimenticare), ma sono estremamente chiusi e anche un po' razzisti nei confronti di tutto quello che proviene da oltre i loro confini. Questo è chiaramente riconducibile alla loro forma di governo, della quale non si può parlare, che bisogna adulare, rispettare e seguire alla lettera.
C'è anche da dire, però, che il carattere con il quale i cinesi ci riconoscono come stranieri è l'unione di lǎo (venerabile, di esperienza) e wài (esterno, straniero): ci ritengono portatori di sana cultura occidentale, che adorano e imitano da quando ne hanno memoria, che a livello lavorativo ed educativo può certamente essere loro di grande aiuto. D'altro canto perseverano nel loro gusto un po' trash e fuori-tempo e quindi scattano decine di selfie con le dita a V e le unghie con brillantini dello stesso colore della gonnellina in pizzo in stile ottocento, con filtro bellezza 10, per ritrarre il concerto alle loro spalle dei Backstreet Boys allo Shanghai Indoor Stadium. Yes, gli stessi Nick and Co. che ascoltavamo nel 1997, che hanno organizzato un tour in Cina nel 2011 al quale migliaia di ragazzine si sono strappate le extension sulle note di "..es looong es iu uont miii, beibeeeeee". (si, qualcuno sa che la ballavo all'Ikea qualche mese prima, ma giuro, era solo malinconia.)
Vivere a Shanghai è magnifico.
Per un tempo limitato.
C'è anche da dire, però, che il carattere con il quale i cinesi ci riconoscono come stranieri è l'unione di lǎo (venerabile, di esperienza) e wài (esterno, straniero): ci ritengono portatori di sana cultura occidentale, che adorano e imitano da quando ne hanno memoria, che a livello lavorativo ed educativo può certamente essere loro di grande aiuto. D'altro canto perseverano nel loro gusto un po' trash e fuori-tempo e quindi scattano decine di selfie con le dita a V e le unghie con brillantini dello stesso colore della gonnellina in pizzo in stile ottocento, con filtro bellezza 10, per ritrarre il concerto alle loro spalle dei Backstreet Boys allo Shanghai Indoor Stadium. Yes, gli stessi Nick and Co. che ascoltavamo nel 1997, che hanno organizzato un tour in Cina nel 2011 al quale migliaia di ragazzine si sono strappate le extension sulle note di "..es looong es iu uont miii, beibeeeeee". (si, qualcuno sa che la ballavo all'Ikea qualche mese prima, ma giuro, era solo malinconia.)
Vivere a Shanghai è magnifico.
Per un tempo limitato.
E LA LINGUA CINESE È DIFFICILE DA IMPARARE E PARLARE?
Imparare e praticare una lingua straniera (ma anche la propria) dipende in grandissima parte dal soggetto: più una persona è incline alle lingue, alla musicalità, alle strutture linguistiche e alla varietà linguistica, meno sarà complicato trovare un sinonimo di "abietto" o imparare una lingua asiatica. Ora, io non so neanche come spiegare precisamente cosa voglia dire "abietto" (e non sono neanche sicura che si scriva con una b piuttosto che con due) e non sono un genio, ma l'unica cosa che mi riesce bene nella vita è imparare nuove lingue. Il mio cinese è sempre stato limitato a quello che mi serviva comunicare, quindi so litigare magnificamente con un tassista, ordinare cibo e dire che non mi piace il pesce o contrattare su qualsiasi bene da acquistare, ma non saprei descrivere come sto, perché ho imparato "felice" e "bene" ed è come mi sono sentita per due anni! Certo, c'è stato un momento in cui poi tanto bene non mi sono sentita, cioè quando ho avuto la polmonite, ma la rapidità con la quale sono stata visitata e mandata a casa con delle medicine efficacissime mi ha confuso al punto di non aver capito se fossi mai stata malata e che avesse detto il medico a parte "polmonite". In ospedale, per esempio, parlare un po' di cinese è di grande aiuto per essere visitati nell'ospedale tradizionale e non in quello per stranieri, che costa il triplo. I medici parlano un po' di inglese, ma è sempre opportuno saper dire "dolore" e "dai dottò, scrivi che non posso lavorare per cinque giorni ché non ci voglio andare, devo partire/c'è una festa/è Natale e in Cina non date le ferie a noi stranieri".
MA È VERO CHE...
- I CINESI MANGIANO CANI, GATTI, TOPI E ZUPPA DI MEDUSE?
Perché, tuo nonno durante la guerra che mangiava, ostriche e caviale? Il problema dei cinesi non è caratteriale ma ovviamente politico e quindi economico e sociale: il governo concede una pensione bassissima ai più poveri (l'età della pensione è 50 anni per le donne e 55 per gli uomini, nei villaggi la pensione concessa dal governo è di circa duecento euro all'anno, solo i più ricchi possono affidarsi alle assicurazioni private) e da' loro delle derrate alimentari in riso. La maggior parte della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno e non nelle metropoli, ma in villaggi o piccole città dove il cibo scarseggia (stiamo parlando di un miliardo e mezzo di bocche da sfamare), quindi il cibo è solo un mezzo di sopravvivenza per questa gente. Per i benestanti è diverso, spendono molta parte del loro stipendio in pranzi e cene abbondanti, spesso in ristoranti di classe, fumando sigarette costosissime e bevendo poco Maotai, perché ai cinesi manca un enzima, l'alcol-deidrogenasi che neutralizza le molecole dell'alcool. Bevono poco e si ubriacano molto, beati loro.
La risposta a questa stupida domanda è quindi, sì, mangiano di tutto, hanno fame e la carne di cane riscalda molto il corpo durante l'inverno, meglio un cane in meno che cinque bambini morti assiderati, dicono.
L'unica pratica antica e finalmente oggi vietata è il pasto a base di cervello di scimmia: dei clienti seduti ad un tavolo tondo con al centro un buco, scelgono una delle scimmie vive in mostra nelle gabbie. Questa viene incatenata sotto il tavolo tondo, lasciando che la testa esca dal buco centrale. Un abile cameriere taglia, a crudo, la parte superiore della calotta cranica e nella testa viene versato dell'olio bollente che frigge all'istante il cervello della scimmia la quale ancora urla durante i suoi ultimi disumani istanti.
Finalmente pare che questa incredibile prelibatezza sia (quasi) completamente scomparsa, ma ad esempio l'uovo mezzo crudo e mezzo pulcino è ancora una delle specialità da offrire al futuro genero della propria figlia, così come anche scorpioni caramellati, larve fritte e succose..e a volte, da qualche parte, ci sono ancora delle vecchie e malsane abitudini di cucinare dei feti.
Finalmente pare che questa incredibile prelibatezza sia (quasi) completamente scomparsa, ma ad esempio l'uovo mezzo crudo e mezzo pulcino è ancora una delle specialità da offrire al futuro genero della propria figlia, così come anche scorpioni caramellati, larve fritte e succose..e a volte, da qualche parte, ci sono ancora delle vecchie e malsane abitudini di cucinare dei feti.
- IL SUSHI È ECONOMICO E IL SASHIMI PICCANTE?
Non so, non mangio pesce, e quello è il Giappone.
[NON MANGI PESCE? MA COM'È POSSIBILE?
Colgo l'occasione per liberarmi da tutti i mali, confesso padre che mi fa vomitare ogni tipo di pesce. Sì, anche i crostacei. Sì, anche i molluschi. No, il tonno in scatoletta e il salmone affumicato a volte li mangio forzatamente. Sì, lo so che non sono propriamente dei "pesci". Uffa...
[NON MANGI PESCE? MA COM'È POSSIBILE?
Colgo l'occasione per liberarmi da tutti i mali, confesso padre che mi fa vomitare ogni tipo di pesce. Sì, anche i crostacei. Sì, anche i molluschi. No, il tonno in scatoletta e il salmone affumicato a volte li mangio forzatamente. Sì, lo so che non sono propriamente dei "pesci". Uffa...
- I CINESI SONO SPORCHI?
Ritornando ai miei zhōngguórén, il livello di igiene chiamato HACCP non sanno neanche a cosa serva, visto che per loro non esiste il pericolo della contaminazione alimentare in quanto sereni del fatto che non mangino cibo importato e che la Cina sia così salutare che non potrebbe mai far loro del male. Su questo hanno torto marcio: con tutto il nucleare che la Cina produce e, soprattutto, con la vicinanza degli impianti nucleari ai campi di coltivazione, sicuramente il cibo che ingurgitano non è affatto sano.
Ma effettivamente, questi cinesi di oggi hanno lo stesso DNA e quindi gli stessi geni da secoli: non si mischiano geneticamente tra i diversi 56 gruppi etnici che compongono la popolazione cinese, pertanto conservano e fortificano la loro struttura molecolare. Gli Han, che costituiscono circa il 90% della popolazione cinese, si sono sposati per secoli solo tra loro, conservano antichi tratti somatici e fisici dall'alba dei tempi. Si dice che il loro tratto distintivo sia l'unghia del mignolo del piede destro divisa a metà: io giuro che un giorno, per due lunghissime ore, i miei studenti, per la maggior parte Han, si sono controllati i piedi a vicenda quando uno di loro ha dato questa notizia: quasi tutti avevano l'unghia del piede divisa e non sapevano di questa spiegazione. La loro promiscuità repressa li ha portati ovviamente a sembrare tutti simili e ad avere tutti dei liscissimi capelli neri e dei piccoli e profondi occhi neri a mandorla.
Ma effettivamente, questi cinesi di oggi hanno lo stesso DNA e quindi gli stessi geni da secoli: non si mischiano geneticamente tra i diversi 56 gruppi etnici che compongono la popolazione cinese, pertanto conservano e fortificano la loro struttura molecolare. Gli Han, che costituiscono circa il 90% della popolazione cinese, si sono sposati per secoli solo tra loro, conservano antichi tratti somatici e fisici dall'alba dei tempi. Si dice che il loro tratto distintivo sia l'unghia del mignolo del piede destro divisa a metà: io giuro che un giorno, per due lunghissime ore, i miei studenti, per la maggior parte Han, si sono controllati i piedi a vicenda quando uno di loro ha dato questa notizia: quasi tutti avevano l'unghia del piede divisa e non sapevano di questa spiegazione. La loro promiscuità repressa li ha portati ovviamente a sembrare tutti simili e ad avere tutti dei liscissimi capelli neri e dei piccoli e profondi occhi neri a mandorla.
Un giorno diventeranno immortali, l'ho sempre temuto.
- I CINESI SONO RIGIDI E METODICI?
Hell yeah. Ovviamente anche questo è una conseguenza del loro governo molto duro, cosa che rispetto comunque, nonostante mi dispiaccia tantissimo che la loro fantasia sia limitata, talvolta inesistente. In Cina le cose funzionano come devono funzionare, anche se a volte non si sa il perché: all'entrata della metro, ad esempio, c'è un funzionario della sicurezza che ti invita con un gesto della mano a mettere il tuo bagaglio sotto un apparecchio che lo scansiona, forse per evitare che si stia trasportando del materiale proibito. Ma non è obbligatorio, se non si vuole, si passa oltre e si prende la metro. La cosa ancora più assurda è che, accanto a questo funzionario, ce n'è un altro che accoglie i passeggeri con un gesto della mano, tutto il giorno, a tutte le ore. Che senso ha? Non lo so, ma sicuramente si capisce perché il tasso di disoccupazione sia pari al 4%, tutti hanno un lavoro, anche se è un po' strano o curioso agli occhi di uno straniero.
È così che ci stupiscono: lavorano tanto e non si lamentano. Noi ci lamentiamo perché non vogliamo lavorare!
-LE DONNE CINESI SONO DELLE GEISHE?
Quello è il Giappone. Ma la vita di una donna cinese è altrettanto interessante: la loro infanzia, come anche quella dei maschi sarà affiancata dai nonni, in quanto i genitori lavoreranno tanto per sostenere non solo le spese familiari, ma anche quelle dei loro genitori che, andando in pensione presto ed essendo la loro pensione bassa, avranno sempre bisogno di un aiuto economico dai loro figli (intelligente questo governo: i soldi non escono mai dal nucleo familiare, quasi nessuno viaggia all'estero perché il visto non è facilmente ottenibile, anche per non esportare capitali).
Diventando grandi, studieranno fino alla laurea e poi saranno obbligate a sposarsi, se non con un uomo facoltoso di loro scelta, con uno facoltoso scelto dai loro genitori. Per facoltoso si intende che abbia una laurea, un lavoro, un'auto e un appartamento. Durante i loro mesi o anni di fidanzamento, i due piccioncini, che si amino o no, si comporteranno sempre in modo molto infantile, parlando con vocine da cartoni animati e facendosi foto assieme in una cornice di fiorellino, Hello Kitty e fiocchetti a pois. Ma il giorno in cui si sposeranno, svestiranno gli abiti nuziali sicuramente occidentalizzati e i loro gnegnegne sibilanti per iniziare una nuova vita in cui dovranno maturare molto velocemente. Le suocere spingeranno le nuore a fare un figlio subito, i suoceri convinceranno i generi a salire di grado per ottenere uno stipendio maggiore, qualche marito non vorrà che la propria moglie lavori, per qualche altro andrà bene, l'importante è che si faccia tutto come da manuale. Dopo qualche tempo, la famiglia avrà bisogno di più denaro, il costo della vita aumenta e le spese per il figlio sono onerose, perciò le donne cominceranno a stressare i loro mariti dicendo loro che non sono buoni a nulla, che non guadagnano abbastanza, che si pentono di averli sposati. Gli uomini, quindi, non faranno altro che stare il più tempo possibile sul luogo di lavoro, chiedendo di fare degli straordinari per aumentare il loro stipendio (appositamente basso, affinché metta in moto questo ingranaggio malsano). Così lavoreranno di più e costeranno poco alle aziende, fino a che a 55 anni andranno in pensione e riverseranno le loro aspettative e il loro stress sulla nuora o sul genero. Funziona così ovunque, non è un esempio.
È un circolo, è un tondo perfetto come quello di Giotto e non ci devono essere sbavature.
- LE FAMIGLIE CINESI SONO COMPOSTE SOLO DA UN FIGLIO?
La one-child policy, la politica di controllo delle nascite o politica del figlio unico attuata a partire dal 1979 non è ovviamente riuscita a controllare il continuo figliare cinese. Il grande Mao introdusse addirittura delle sanzioni da imporre alle famiglie che volevano avere più figli (si parla di qualche migliaia di euro a figlio) e negli anni si cercò di trovare qualsiasi escamotage per una pianificazione familiare meno rigida. Finalmente, tale legge è stata abolita nel 2013 e la conseguenza peggiore è che le generazioni di figli unici sono un ammasso di giovani viziatissimi, freddi e immaturi.
Il peggio, in ambito familiare è l'aborto selettivo: una femmina non costituisce una forte manovalanza e "costa" molto, probabilmente non lavorerà e se è brutta non riuscirà neanche a trovare marito, quindi: da dove prenderà i soldi per mantenere i genitori. Meglio abortire se il feto è una femmina, non ne vale la pena. Inoltre, partorire una femmina è un vero disonore, in quanto interromperà la dinastia paterna. Ottima spiegazione all'aborto che in Cina si può avere anche oltre il terzo mese, anche all'ottavo ad esempio. Negli ultimi anni il governo ha impedito ai medici ginecologi di comunicare il sesso del nascituro per evitare, appunto, un aborto selettivo. Ma si sa, i soldi e la corruzione sono pane quotidiano un po' ovunque nel mondo.
È così che ci stupiscono: lavorano tanto e non si lamentano. Noi ci lamentiamo perché non vogliamo lavorare!
-LE DONNE CINESI SONO DELLE GEISHE?
Quello è il Giappone. Ma la vita di una donna cinese è altrettanto interessante: la loro infanzia, come anche quella dei maschi sarà affiancata dai nonni, in quanto i genitori lavoreranno tanto per sostenere non solo le spese familiari, ma anche quelle dei loro genitori che, andando in pensione presto ed essendo la loro pensione bassa, avranno sempre bisogno di un aiuto economico dai loro figli (intelligente questo governo: i soldi non escono mai dal nucleo familiare, quasi nessuno viaggia all'estero perché il visto non è facilmente ottenibile, anche per non esportare capitali).
French Concession |
È un circolo, è un tondo perfetto come quello di Giotto e non ci devono essere sbavature.
- LE FAMIGLIE CINESI SONO COMPOSTE SOLO DA UN FIGLIO?
La one-child policy, la politica di controllo delle nascite o politica del figlio unico attuata a partire dal 1979 non è ovviamente riuscita a controllare il continuo figliare cinese. Il grande Mao introdusse addirittura delle sanzioni da imporre alle famiglie che volevano avere più figli (si parla di qualche migliaia di euro a figlio) e negli anni si cercò di trovare qualsiasi escamotage per una pianificazione familiare meno rigida. Finalmente, tale legge è stata abolita nel 2013 e la conseguenza peggiore è che le generazioni di figli unici sono un ammasso di giovani viziatissimi, freddi e immaturi.
West Nanjing Road |
COSA C'È DA VEDERE IN CINA?
Ho sempre odiato questa domanda, anche fosse posta su altri paesi, è una domanda un po' snob, come per dire: si ma, c'è qualcosa per cui vale la pena andare lontano, fino là? Se non si vuole andare lontano, è bene non andare neanche al supermercato, si potrebbe sentire la mancanza di mammà. Per quanto mi riguarda, vale sempre la pena tuffarsi in una nuova cultura, specialmente se così diversa. Molti racconteranno della Cina in modo negativo e critico, ma nonostante tutti i difetti che ai nostri occhi appaiono tali, è un paese bellissimo con una storia millenaria e una tradizione unica al mondo. Ci vuole solo tanta pazienza, ecco perché seguivo un corso di yoga: respira e poi ti innervosisci, respira e poi sclera, respira e poi manda a fanculo.
La Cina è così grande che di solito, si vede a zone, a tappe. Una delle mete più turistiche è, ovviamente, Pechino e la grande muraglia cinese, ma anche la modernissima Shanghai e Xi'An, dove ammirare le statue dell'esercito di terracotta. Queste tre città costituiscono geograficamente un triangolo, quindi non è difficile visitare assieme durante lo stesso viaggio anche perchè i treni veloci permettono di raggiungere questi luoghi in circa 3/4 ore in treno. Nelle vicinanze di Shanghai c'è anche la business-city Hangzhou e sulla strada per Pechino, la culla della birra Qingdao, omonima città, situata sul mare.
Distanti dalle metropoli, ci sono delle regioni (che qui si chiamano Province) davvero bellissime, come ad esempio il Guangdong, tristemente famoso per essere la culla della sporcizia, della gente meschina e delle epidemie di malattie infettive. Inoltre, il capoluogo Guangzhou non è alla pari di altre grandi città cinesi, ma è sicuramente il punto di uscita ed entrata verso e da Hong Kong. Per questo motivo, la città sta cercando di rinnovarsi ed innovarsi per offrire dei servizi fruibili sia dai pendolari che vivono in Cina e lavorano ad Hong Kong o viceversa, sia da coloro i quali attraversano la Guangzhou di passaggio. Scarsi risultati per ora, a quanto pare la popolazione locale è più tosta di quanto ci si aspetti.
Una zona, invece, assolutamente disarmante per la sua grandezza naturale e bellezza paesaggistica è quella di Guilin (tra le sue montagne è stato diretto il film Avatar), nella regione Guangxi, immersa in un'area verde e fresca, accerchiata dalle terrazze di riso e dalle montagne dello Yangshuo.
I limiti dell'urbanizzazione sono costituiti da due regioni stupende, che difendono la vera tradizione popolare cinese: il Sichuan, famoso sfortunatamente per un recente terremoto violento, ma anche conosciuto in tutto il paese per il suo cibo speziato e piccantissimo. Il suo capoluogo è la bella Chengdu, tradizionale e affascinante, nel cuore della Cina. Lo Yunnan, che confina con Myanmar, Laos e Vietnam, è una stupenda terra di montagne, laghi, piante benefiche, artigianato locale e diversità etnico-culturale (come quasi da nessuna parte in Cina). Kunming, il suo capoluogo, è una delle mete turistiche più ambite per via del suo clima mite e quindi, del buon cibo tradizionale.
Ai limiti del grande paese, due regioni che non hanno assolutamente nulla a che fare con la Cina appena descritta, due regioni molto diverse anche tra loro e culturalmente uniche sono: lo Xinjiang e il Tibet. Lo Xinjiang, la regione cinese più grande, è una realtà molto particolare: la Provincia confina con otto stati stranieri e con il Tibet, al suo interno coabitano sette gruppi etnici differenti, la maggior parte dei quali professa la religione islamica, che vivono nel 4% dell'intera superficie regionale, altrimenti desertica.
Il Tibet, magnifica terra mistica e spirituale, è un insulto presentarla come regione cinese. Sfortunatamente la Cina ha ancora le mani armate su questo antico regno pacifico e pacifista, che distrugge ogni giorno la vera tradizione buddhista tibetana, imponendo alla popolazione l'appartenenza ad un governo nei confronti del quale non si sentono e non sono parte. Dal mio punto di vista, vorrei che la stupida smania cinese di potere territoriale si disintegri, prima che distrugga definitivamente queste due magnifiche regioni uniche, che di certo non hanno assolutamente nulla in comune con la Cina e non dovranno mai averlo.
Per quanto riguarda la mia bella Shanghai, qui c'è tanto da vedere e per tutti i gusti. Ogni guida turistica in carta o elettronica sarà di grande aiuto per visitare le attrazioni turistiche principali, e personalmente, se dovessi consigliare un itinerario interessante da compiere in una settimana, proporrei il seguente giro, consigliando piuttosto cosa fare di sera, dato che il giorno di solito lo si impiega a girare con la macchina fotografica tra templi, negozi e fake markets:
La Cina è così grande che di solito, si vede a zone, a tappe. Una delle mete più turistiche è, ovviamente, Pechino e la grande muraglia cinese, ma anche la modernissima Shanghai e Xi'An, dove ammirare le statue dell'esercito di terracotta. Queste tre città costituiscono geograficamente un triangolo, quindi non è difficile visitare assieme durante lo stesso viaggio anche perchè i treni veloci permettono di raggiungere questi luoghi in circa 3/4 ore in treno. Nelle vicinanze di Shanghai c'è anche la business-city Hangzhou e sulla strada per Pechino, la culla della birra Qingdao, omonima città, situata sul mare.
Il Bund |
Una zona, invece, assolutamente disarmante per la sua grandezza naturale e bellezza paesaggistica è quella di Guilin (tra le sue montagne è stato diretto il film Avatar), nella regione Guangxi, immersa in un'area verde e fresca, accerchiata dalle terrazze di riso e dalle montagne dello Yangshuo.
I limiti dell'urbanizzazione sono costituiti da due regioni stupende, che difendono la vera tradizione popolare cinese: il Sichuan, famoso sfortunatamente per un recente terremoto violento, ma anche conosciuto in tutto il paese per il suo cibo speziato e piccantissimo. Il suo capoluogo è la bella Chengdu, tradizionale e affascinante, nel cuore della Cina. Lo Yunnan, che confina con Myanmar, Laos e Vietnam, è una stupenda terra di montagne, laghi, piante benefiche, artigianato locale e diversità etnico-culturale (come quasi da nessuna parte in Cina). Kunming, il suo capoluogo, è una delle mete turistiche più ambite per via del suo clima mite e quindi, del buon cibo tradizionale.
Ai limiti del grande paese, due regioni che non hanno assolutamente nulla a che fare con la Cina appena descritta, due regioni molto diverse anche tra loro e culturalmente uniche sono: lo Xinjiang e il Tibet. Lo Xinjiang, la regione cinese più grande, è una realtà molto particolare: la Provincia confina con otto stati stranieri e con il Tibet, al suo interno coabitano sette gruppi etnici differenti, la maggior parte dei quali professa la religione islamica, che vivono nel 4% dell'intera superficie regionale, altrimenti desertica.
Il Tibet, magnifica terra mistica e spirituale, è un insulto presentarla come regione cinese. Sfortunatamente la Cina ha ancora le mani armate su questo antico regno pacifico e pacifista, che distrugge ogni giorno la vera tradizione buddhista tibetana, imponendo alla popolazione l'appartenenza ad un governo nei confronti del quale non si sentono e non sono parte. Dal mio punto di vista, vorrei che la stupida smania cinese di potere territoriale si disintegri, prima che distrugga definitivamente queste due magnifiche regioni uniche, che di certo non hanno assolutamente nulla in comune con la Cina e non dovranno mai averlo.
Per quanto riguarda la mia bella Shanghai, qui c'è tanto da vedere e per tutti i gusti. Ogni guida turistica in carta o elettronica sarà di grande aiuto per visitare le attrazioni turistiche principali, e personalmente, se dovessi consigliare un itinerario interessante da compiere in una settimana, proporrei il seguente giro, consigliando piuttosto cosa fare di sera, dato che il giorno di solito lo si impiega a girare con la macchina fotografica tra templi, negozi e fake markets:
Nella piccola ed essenziale mappa qui sopra ci sono due cerchi rossi: quello più piccolo e' la zona di Lujiazui, ovvero il Bund al di la' del fiume (zona est, quella di PuDong), dove si svolge la vita turistica ed economica di giorno e ci sono bar eleganti dove trascorrere qualche ora anche di sera. Qui si trova "il bottle opener" (il World Financial C Center, nel quale al piano 99, si cammina su una lastra di vetro dalla quale si vede tutta la città, perciò è meglio andarci in un giorno più soleggiato) la Jinmao Tower, la torre della tv (Oriental Pearl TV Tower), il nuovo grattacielo ancora in costruzione e un paio di palazzi modernissimi da guardare con in naso all'insù camminando per le grandi strade che li collegano.La zona cerchiata più grande, e' la zona centrale (French Concession, al di qua del fiume, la parte occidentale o PuXi), dove si svolge l'altra parte della movida cittadina.Il lunedì di solito si va a mangiare un hamburger al Malones, dove il deal del giorno è beer+hamburger per 55¥ oppure in uno dei Blue Frog dove il Monday deal prevede due hamburger al costo di uno, bevanda esclusa (circa 70¥). Dopo cena, (tutte le sere) c'e' il sempre vitalissimo Club 88, un posto cinesissimo con musica disco, un po' kitsch ma 100¥=10 cocktail! Proprio di fronte l'entrata del Club 88, c'e' il Mural, locale salsero con musica dal vivo latinoamericana e shot di tequila economici.Il Club 88 e' da non perdere: un grande locale cinese in style liberty, con musica pop, ma è la vera fotografia della vita notturna tipicamente cinese!!!!!!Il martedì a cena, al zapata's (ristorante/bar messicano) c'e' un "All you can eat" a 88yuan, e si va giù di tacos, riso e piatti tipici messicani. La sera, prima o dopo cena, al Cafe des Stagiaires (quello di Wuding Lu e' vicino al tempio Jing'an, tempio bellissimo di sera, ma visitabile dall'interno solo di giorno), c'e' un aperitivo che di solito il martedì viene accompagnato da qualche DJ straniero. Al Lola, invece, locale gestito da un paio di spagnoli, c'e' di solito la serata gay ma in realtà i DJ che suonano (quasi tutte le sere) sono bravissimi e ci va tantissima di gente di svariati gusti, paesi di provenienza o genere. In alternativa, si può cenare e restare al Geisha, un ristorante/locale di tre piani e un po' elegante dove per 188yuan c'e' l'"All you can eat" di sushi, di solito mettono un po di musica dopo, ma non ci sarà una vera e propria serata come al Lola ad esempio! Il mercoledi si potrebbe andare a mangiare al Noodle Bull (preferibilmente quello su Changle Lu), un ristorante buonissimo cinese occidentalizzato che prepara le alette di pollo marinate più buone della terra! Oppure, come ogni mercoledì, all'Abbey Road, bellissimo locale in stile British con un piccolo giardino all'esterno, dove si mangia benissimo e non troppo costoso! La sera del mercoledi si può andare a prendere una birra un po' ovunque ma sulla mia piccola via preferita (Yongfu Lu) ci sono due dei posti in cui di solito organizzano la Ladies' night (le donne non pagano da bere fino a mezzanotte o l'1), sinonimo di figa a palate e musica del cazzo ma divertente, come lo Shiva e il The Apartment. Sul Bund, i locali dove trave le Ladies' nights o un po' di buona musica in tacchi a spillo è il Mint, con una bellissima terrazza sul fiume e su Pudong, ma anche il Bar Rouge o lo Zeal, molto simili al Mint: camicia bianca e cocktail in terrazza. Il giovedì è d'obbligo una grande cena brasiliana al Latina, una catena di churrasco (quello a Xintiandi è piccolo ma in una zona dove trascorrere anche il post cena) dove per 300yuan si può assaggiare non solo tutta ma proprio tutta la carne possibile e immaginabile, ma anche decine di pietanze brasiliane dal grande buffet centrale. Xintiandi è un piccolo quartiere (saranno si e no 2 isolati) molto caratteristico, sembra tradizionale, ma in realtà e' stato ristrutturato ed e' diventata un'area turistica piena di bar, ristoranti e qualche club per occidentali e non solo. La sera del giovedì inizia ufficialmente il weekend, (ufficiosamente non finisce mai), quindi, a prescindere da dove si trascorre la serata, aprono anche i locali di after party come il Flamingo o l'Amber.Per per tutto il weekend è sempre bene controllare le serate tra Lola, Dada, Lune, Shiva, e i vari sul Bund e non solo, perché magari ci sono ospiti internazionali che suonano in qualche posto nuovo.Le serate da non mancare sono quelle organizzate dall'Ice Cream Truck (un gruppo di DJ e organizzatori di eventi locali e stranieri, https://www.facebook.com/tictcreative?fref=ts) e le serate etero-friendly di Rossetto Shanghai (https://www.facebook.com/profile.php?id=100005407727180&sk=wall). Altri posti interessanti e buonissimi dove cenare sono il Pho Asia su Fumin Lu, un mix di varie cucine asiatiche, e il Coconut Paradise, un ristorante molto suggestivo di cucina tailandese. Prima di andare a cena, però, secondo me è quasi obbligatorio godersi un massaggio al Dragonfly (ce n'è uno su Xinle Lu, vicino i due ristoranti di cui ho appena parlato), o al Subconscious (ce n'è uno su Fumin Lu, anch'esso vicino ai precedenti ristoranti). Entrambi questi centri per massaggi sono di prezzo abbordabile, puliti e facili da raggiungere, sono comunque in prossimità anche al Club 88, del Noodle Bull e dei bar dove fare un brunch la domenica mattina, ad esempio su Anfu Lu.
Un mio personale consiglio, in caso si abbia più tempo da trascorrere a Shanghai, è abbandonare per un giorno la metropoli e fare un salto nella tradizione e nell'antica cultura cinese: due piccole old towns, Zhujiajiao e Qibao sono facilmente raggiungibili da Shanghai in pochissimo tempo. Per la prima, bisogna prendere un bus da vicino People's Square per max 15 yuan o il taxi per più o meno 300 yuan (link: http://wikitravel.org/en/Shanghai/Zhujiajiao); per la seconda, basta un viaggio di una mezz'ora con la metro linea 9 (link: http://wikitravel.org/en/Qibao). Comunque, per visitare questi luoghi basta una mezza giornata, la mattina preferibilmente, e in entrambe si può pranzare sul fiume.Una piccola città vicina e molto interessate è Suzhou: una piccola Venezia cinese (la chiamano così perché si trova su un fiume), il quale centro storico è molto caratteristico, con le sue sale da tè e i suoi giardini patrimonio dell'UNESCO. Per raggiungere Suzhou bisogna prendere un treno dalla stazione centrale e viaggiare per un'oretta (link: http://wikitravel.org/en/Suzhou).per lo shopping, una delle vie piu battute è la lunga Huahai Lu, in zona French Concession o la lunghisssssssima East Nanjing Lu, sul Bund (sulla parte West non c'è lo stesso via vai) dove conviene andare di primo pomeriggio per poi finire al tramonto sul Bund, notando come, con il passare delle ore e l'imbrunirsi, la grande via cambierà aspetto, si riempira' di luci e si accenderanno le insegne luminose dando un nuovo tono alla strada pedonale tra le più lunghe del mondo.Tutti i locali e ristoranti di cui ho parlato sono facilmente rintracciabili su uno smartphone sul sito smartshanghai.com, sul quale scrivere il nome del posto e leggere al tassista l'indirizzo o mostrarglielo in cinese. Il taxi, comunque parte da 14 yuan, quindi non si spende mai più di 30-50 yuan per raggiungere dei punti centrali.
PERCHÉ SEI ANDATA VIA?
Mmh, bella domanda. Ho vissuto la Cina come un grande tuffo nel blu, ma non ho le branchie, perciò sono dovuta risalire a galla, purtroppo o per fortuna.
Non mi ero stancata della diversità che ogni giorno appariva chiara ai miei occhi, l'ho sempre rispettata per quanto a volte mi fosse comunque difficile comprenderla appieno. È solo che io penso di essere nata libera e di possedere completamente il libero arbitrio personale e ogni tanto mi sono sentita in gabbia: troppe regole incomprensibili e troppe situazioni al di fuori della mia portata.
Ad esempio, qualche anno fa, da Pechino è trapelata la notizia di una grande epidemia di febbre aviaria e di quella suina con focolaio sempre la solita provincia meridionale. Durante i miei due anni in Cina c'è stato, di certo, almeno un altro caso documentato (non su media ufficiali ma su quelli di contro-informazione) di un virus che ha dapprima ucciso delle anatre, poi dei maiali e infine ha attaccato gli esseri umani. In TV, il comunicato ufficiale iniziale diceva di recarsi in ospedale nel caso si avesse avuta la febbre alta. Arrivati in ospedale la procedura prevedeva il test per l'H1N1: in caso negativo si poteva tornare a casa tirando un sospiro di sollievo e ignari della prognosi per il risultato positivo. In caso di diagnosi di influenza suina il paziente, a quanto si diceva, veniva mandato a morire su una delle isole vicino Shanghai.
Mmh, bella domanda. Ho vissuto la Cina come un grande tuffo nel blu, ma non ho le branchie, perciò sono dovuta risalire a galla, purtroppo o per fortuna.
Non mi ero stancata della diversità che ogni giorno appariva chiara ai miei occhi, l'ho sempre rispettata per quanto a volte mi fosse comunque difficile comprenderla appieno. È solo che io penso di essere nata libera e di possedere completamente il libero arbitrio personale e ogni tanto mi sono sentita in gabbia: troppe regole incomprensibili e troppe situazioni al di fuori della mia portata.
CI RITORNERESTI?
Shanghai è stata la mia culla, il mio lettino da bambina. Ritornarci vorrebbe dire provare delle magnifiche emozioni, ricordarsi di un periodo stupendo della mia vita, ma rischierei di starci stretta, di non sentirmi come la prima volta, quella autentica. In ogni caso rischierei, ci ritornerei, ci andrei anche ora, non mi ci fermerei a vivere ma la attraverserei pensando che è stata anche un po' mia 'sta bella Cina..