Viaggiare in InterRail dà sempre un po' quel friccico nel core al vagabondo sbandato. Ovviamente intendo un viaggio in InterRail all'estero: al contrario dei paesi del centro e nord Europa, viaggiare in treno in Italia significa sentirsi come sul barcone illegale che attraversa il Mediterraneo.
Il One Country Pass dà la possibilità a tutti i residenti europei di acquistare un biglietto ferroviario con il quale viaggiare per tre, quattro, sei o otto giorni in un mese all'interno di un paese che non sia quello di residenza su tutti i treni, in vagoni al di sotto della prima classe, a prezzi variabili ma abbordabili.
Per quanto riguarda il Benelux, un solo biglietto One Country Pass comprende gli spostamenti in tutti e tre i paesi, e la qualità del servizio della rete ferroviaria qui è qualcosa che in Italia possono permettersi solo i viaggiatori di Italo.
Sono arrivata a Charleroi in aereo e ho subito deciso di utilizzare il mio primo giorno di viaggio in treno per visitare Gand (o Ghent), che da lì dista poco più di cento chilometri: un'incantevole cittadina medievale ricca di edifici storici, ristoranti di cucina tradizionale e buonissimo cioccolato. La città è piuttosto tranquilla, poco movimentata e nel centro Graslei, si concentrano le maggiori attrazioni: il ponte di Sint Michielsbrug, la Chiesa di San Nicola, la Cattedrale di San Bavone e il suo campanile. Tra i vari musei di Gand, lo SMAK custodisce famose opere fiamminghe di noti pittori locali.
Bruges |
A soli cinquanta chilometri da Gand, si trova Bruges (o Brugge), il cui centro storico medievale è dal 2000 protetto dall'UNESCO. L'arrivo nel centro di Bruges sembra quasi fiabesco: è circondato da canali e l'architettura urbana è di stampo medievale, quindi i colori e l'atmosfera rendono una semplice passeggiata un momento indimenticabile.
Il St. Christopher's Inn - Bauhaus Hostel è un moderno e pulito ostello in centro, il personale è cordiale e si possono acquistare tour in bicicletta o in scooter per visitare i principali luoghi di interesse e i meravigliosi canali anche su barca.
http://www.bauhaus.be
http://www.bauhaus.be
Un'oretta di comodissimo treno e si giunge ad Anversa, a mio parere la città più bella del Belgio, sarà perché finalmente c'è anche una discreta movida o perché si esce dall'atmosfera medievale per saltare al periodo gotico, allo stile art-nouveau e neo rinascimentale che caratterizzano l'architettura urbana di questa città. Il centro di Anversa è piccolo e compatto e le attrazioni sono facilmente raggiungibili a piedi: la bellissima piazza principale Grote Markt, la Groeenplats, un'altra piazza piena di bar e artisti, la Hofstraat, una rinomata via di ristoranti, negozi e bar, sulla quale visitare assolutamente il palazzo gotico della vecchia borsa (Oude Beurs). Il museo considerato anche come il migliore edificio in stile rinascimentale-barocco è la casa-museo di Rubens (Rubenshuis), forse il più famoso pittore fiammingo che ha dato inizio al barocco europeo.
Prima di lasciare il Belgio è bene dire che la cucina locale ha uno stile tipicamente tradizionale, famosi sono i cavoletti di Bruxelles o le zuppe di verdure; meno nota è, invece, la specialità locale "moules et frites"(cozze e patatine fritte). Diciamoci la verità: le cozze saranno più buone di quelle di Amsterdam o di Bari, ma chi va in Belgio e non trascorre almeno una mezza giornata in una chocolaterie o in una birreria artigianale? Se si ha la possibilità, è sicuramente da non perdere una visita ai monasteri dove si produce la birra, tra le più famose e buone la Chimay, prodotta nell'omonima città, nell'abbazia di Notre-Dame de Scourmont.
A meno di cento chilometri da Anversa, la stupenda Rotterdam, porto fondamentale dell'Olanda, paese che nel 2011 è stato elencato come paese più felice del mondo. Rotterdam è la città più multiculturale, dell'Olanda e forse d'Europa: il suo sindaco è marocchino e professa la religione musulmana, un terzo della popolazione è straniera e il multiculturalismo è presente ovunque, dai servizi offerti in diverse lingue al cibo, all'architettura, mix di diverse culture che si sono mischiate perfettamente nel corso della storia.
Vista da una stanza del Stayokay Hostel |
A differenza di Amsterdam da visitare per ciondolare tra coffeshop che offrono bassa qualità delle specialità di zona e il distretto a luci rosse, Rotterdam è una città da vivere, da conoscere e da amare anche solo per qualche giorno. L'imponente porto con il suo grandissimo ponte di Erasmo, le gru che continuamente spostano container e le numerose navi che attraversano fiumi e canali sono solo l'inizio di una città che si estende per circa centocinquanta chilometri quadrati. La conformazione urbana serve completamente le attività marittime e commerciali e conferisce al centro storico un'atmosfera sempre attiva e unica. Il quartiere Blaak è forse uno dei più belli di Rotterdam: il martedì e il sabato sono i giorni del mercato, quindi passeggiare di giorno tra le strade rionali significa entrare nel vivo della vita quotidiana della gente locale. In questo quartiere si trovano anche le famose case cubiche (Kubuswoningen), composte da vari edifici a forma di cubo rovesciato, nelle quali si trova anche il moderno e pulitissimo ostello Stayokay (http://www.stayokay.com/en/hostel/rotterdam) nel quale dormire a partire da venti euro a notte. Assolutamente consigliato, se non altro per la sensazione di dormire in una stanza con i muri storti.
Nelle vicinanze è anche da visitare la biblioteca nazionale con i suoi grandi tubi gialli, la chiesa di San Lorenzo e il Witte Huis, il primo grattacielo olandese.
Nel quartiere di Parkhaven, la torre Euromast, la torre più alta d'Olanda, è la perfetta struttura sulla quale salire per ammirare la città dall'alto sia di giorno che di notte.
Il quartiere Nieuwe Binnenweg è, invece, il cuore della movida notturna, disseminata di bar e locali, compete con altre due zone dove cominciare la serata in un ristorante e finirla in un locale magari che ospita uno dei tanti DJ internazionali: Oude Haven e Westeljik Handelsterrein.
Nonostante non fosse nei miei progetti e mossa solo dalla voglia di visitare la casa dove Anna Frank ha trascorso il suo ultimo periodo prima di essere deportata, ho scelto di passare per Amsterdam, non fosse altro per la vicinanza con Rotterdam (solo settanta chilometri). La stazione centrale, con i suoi murales e la distesa di biciclette parcheggiate perfettamente in fila è stato il miglior benvenuto che potessi aspettarmi. Quello che avevo capito di Amsterdam da tutte le persone che in precedenza me ne avevano parlato era di andare al Bulldog o di assolutamente non andare al Bulldog, di comprarti la Orange Bud, fumartela e mangiare qualche fungo per poi svarionare in un parco e guardare come le case storte e colorate ti diano emozioni uniche e forti, riprendere conoscenza e andare al Red Light District, guardare, forse pagare, forse andare in un altro coffeeshop e così via. Sapendo tutto questo a memoria e rendendomi conto che mi è stato propinato questo itinerario quasi fosse un rito, ho capito che era assolutamente quello che non avrei dovuto fare se avessi voluto visitare Amsterdam.
Per drogarsi esistono posti assolutamente più economici e meno turistici.
Credo di essere stata l'unica persona al mondo a non aver usufruito dei magnifici spinelli a svarione limitato ad Amsterdam.
Per drogarsi esistono posti assolutamente più economici e meno turistici.
Credo di essere stata l'unica persona al mondo a non aver usufruito dei magnifici spinelli a svarione limitato ad Amsterdam.
Stazione centrale di Amsterdam, murales |
Bella e lucida come nessun altro in città, ho passato due ore in lacrime nella casa di Anna Frank (sì, ci ho pensato anche io: sarebbe stato meglio drogarmi, ma in generale, nella vita), ho trascorso il resto del tempo passeggiando su Harlemmerstraat e Harlemmerdijk, nel quartiere Der Pijp, vivace zona di studenti e famiglie e nel Joordan, un ex quartiere operaio, oggi trasformato in zona di bar e locali. Di sera, passeggiare tra la Cerchia dei Canali è molto caratteristico, tra il Red Light e un aperitivo sul fiume si scopre la vita locale, per poi passare al Canvas op de 7e, un ristorante con vista a 360 gradi e un locale costruiti in stile funky al settimo piano del palazzo che ospitava la sede di un giornale.
Messa la spunta su Amsterdam e sperando di vedere luoghi migliori, riprendo il treno e a meno di cinquanta chilometri, arrivo a Bruxelles, una delle capitali da visitare "per esaurimento", cioè quando tutte le altre sono state già visitate o ci si trova nei paraggi e ci si accontenta di ciò che offre. Nonostante non sia tanto interessante né quanto altre capitali europee né quanto altre città minori belghe, Bruxelles ha comunque un proprio carattere, moderno e classico allo stesso tempo e molte attrazioni interessanti. La Grand Place per esempio, protetta dall'UNESCO e considerata una delle più belle piazze al mondo, è tanto bella di giorno con il suoi mercato dei fiori, quanto di sera illuminata da giochi di luce. Proprio alle spalle della Grand Place, l'Ilot Sacrè, un'area che si autogoverna dal 1960, è fatta di piccole viuzze di bar, ristoranti, birrerie e negozi di souvenir. Il simbolo della città è il Mannequin Pis, una statua in bronzo raffigurante un bambino che fa pipì, e trovarla non è difficile: si trova tra Rue de l'Étuve e Rue du Chêve ed è uno dei monumenti più fotografati dai turisti. Ciò che sorprende della statua è la sua inaspettata dimensione.
Atomium |
Vale la pena visitare anche il l'Atomium, un monumento in acciaio che rappresenta i nove atomi di un cristallo di ferro; si trova nel parco Heysel, nella periferia nord di Bruxelles. La vita notturna si concentra nel centro, più precisamente nelle zone di St. Catherine e St. Gery da raggiungere con la metro (fermata Bourse) dove, dall'happy hour fino a colazione trovare giovani, studenti, stranieri e residenti.
Da Bruxelles a Charleroi il viaggio, sempre effettuato in un puntuale treno comodissimo, con aria condizionata e servizio a bordo gentile e cordiale (come in ogni treno preso sia in Belgio che in Olanda), lascia un po' lo sconcerto di essere passati da borghi medievali a porti fluviali innovativi, da belgi silenziosi e gentili a turisti vandali e barcollanti.
Charleroi è poi l'ennesima conferma di come il turismo di massa forzi lo sviluppo di una località che tutto è, fuorché turistica. Dopo che la Ryanair ha installato qui un importante scalo che chiaramente favorisce tutto il Belgio, l'Olanda e la Francia del Nord, Charleroi ha cominciato la corsa al turismo, ancora in opera, e vanta una bella piazza centrale, la Charles II, dove ammirare l'Hotel de Ville, la chiesa di St. Christophe e il suo campanile di settanta metri, il municipio alle cui spalle si trovano il museo delle belle Arti e il Palazzo delle Esposizioni.