ITALIA - SALENTO


Onestamente: è "Gallipoli" la prima località che viene in mente a chi legge la parola "Salento"?

Bene, tanto meglio così. Sono un po' gelosa di quei luoghi che ho visitato, che sento vicini a casa mia e che non vorrei mai si sporcassero di turismo incosciente, e il Salento è un po' quel luogo dove trovo sempre tutto quello che cerco da una fuga dalla città e dove posso progettare un nuovo viaggio. Mi mette sempre un po' a disagio parlare con qualcuno che mi chiede "dove poter andare in Salento" e sapere che fino a che non pronuncerò parole-chiave come "apericena", "rave". "Giro di Boa", "dancehall in spiaggia" o "lido" l'attenzione del mio interlocutore non sarà completamente conquistata.

Questa bellissima terra ha subito tante piccole e grosse ingiustizie negli ultimi anni e ad oggi è considerata il luogo perfetto di aperitivi in spiaggia alle 18 con gli occhiali a specchio (http://www.linkiesta.it/estate-gallipoli-disagio) o il luogo da evitare perché meta di drogati (http://www.leccenews24.it/cronaca/incidenti-stradali-record-di-morti-nel-salento-nel-2012.htm).
Effettivamente c'è qualcosa che rende entrambe le accezioni vere: la costa occidentale è presa d'assalto da ragazzi in camicia bianca e cappello di paglia, quella orientale da gente in canottiera bucate e cani al guinzaglio di una corda. Il lato positivo della faccenda è che, fortunatamente, questi seguaci delle mode si concentrano e auto-ghettizzano a Gallipoli e Frassanito, quindi per lo meno non sporcano il resto del Salento.

Partendo da Lecce, attraversando la costa est fino a Santa Maria di Leuca e salendo fino a pochi chilometri da Taranto, questi sono, secondo me, i luoghi indimenticabili e unici del Salento.
L'elegante Lecce, teatro dell'espressione barocca in pietra leccese, è innanzitutto sede di importanti Università e centri di ricerca (Università del Salento e il Distretto High Tech per esempio), perciò, soprattutto in inverno è popolata di giovani studenti e ricercatori che provengono da diverse aree del Mediterraneo e d'Italia. Il più vario mix di culture in Italia ha sede proprio qui, dove la popolazione locale è ormai diventata quasi completamente multiculturale ma, allo stesso tempo, è riuscita a mantenere forti le sue radici storico-tradizionali. La Basilica di Santa Croce e il Duomo sono sicuramente i luoghi di maggiore interesse turistico e si trovano nel centro storico, racchiuso tra antichi resti di mura, torri e porte costruite in diverse epoche, ma anche il teatro romano in via della Cartapesta e il meraviglioso anfiteatro romano in Piazza Oronzo, la piazza centrale.
Lecce by night è uno spettacolo raro: la vita che scorre fra le piccole vie piene di bar, le grandi e luminose piazze, le stradine delle case chiuse, nei ristoranti all'aperto e nei musei e negozi aperti fino a sera è un'emozione forte e senza limiti.
Da non perdere la tradizionale puccia salentina, la migliore nella paninoteca "La Puccia" di Piazza Mazzini 54, per circa 6€.
Da Lecce, in direzione San Cataldo, si arriva sulla strada litoranea e subito si trova la Riserva Naturale Le Cesine, un'oasi paludosa e incolta gestita dal WWF, poco prima di Acaya, località fortificata famosa per il suo castello cinquecentesco.
Proseguendo sulla litoranea, Torre Specchia, una località decisamente non curata, offre spiagge e piccole calette di scogli e di baie sabbiose.
Prima di arrivare nella popolarissima Torre dell'Orso, a San Foca vale la pena fermarsi e visitare la Grotta della Poesia in zona Roca Vecchia. Una nuotata nella piccola insenatura sulla sinistra o un tuffo dalla scogliera sulla destra sono una grande emozione sopratutto quando ci sono meno turisti e ragazzini fomentati.
Il "lago rosso" - Otranto
Arrivati a Torre dell'Orso, si ha subito l'impressione di essere nel Salento orientale che tutti conoscono: macchine in coda con musica reggae o di qualche festival abusivo europeo, parcheggi introvabili, settentrionali impazziti e rossastri e ultimissime mode di copertina (occhiali a goccia, maglie da sopra l'ombelico, pantaloncini intra-vaginali ma a vita alta come mia nonna, canottiere stile camicia da notte e capello ingelatinato con riga laterale). Passo oltre, arrivo a Sant'Andrea, piccolo porticciolo su una bellissima cala, che sicuramente vale la pena vedere di sera quando le luci installate nel mare illuminano l'acqua cristallina e dalla passeggiata sulla piccola altura che circonda la baia si gode di una vista indimenticabile. Scendendo e arrivando a Frassanito, passo oltre nuovamente e arrivo agli Alimini: tralasciando il villaggio turistico e i noiosi laghi, la spiaggia di questa località è piena di stabilimenti balneari in stile Gallipoli, ma in un tratto adiacente alla spiaggia del Frassanito c'è anche un lido interamente dedicato ai surfisti.
La Baia dei Turchi, a pochi chilometri tra gli Alimini e Otranto è una baia quasi incontaminata e rocciosa, e Conca Specchiulla, rocciosa ed interrotta da piccole insenature sabbiose è una baia racchiusa tra alte scogliere.
Da Sant'Andrea, secondo me, vale la pena fare un salto all'interno e raggiungere Borgagne per mangiare la pizza più buona del Salento al Big Mama, mentre dai laghi Alimini, è semplice arrivare a Martano, piccolo paese colmo di Autovelox ma anche di case a corte e bellissimi palazzi storici.
Proseguendo sul litorale si entra nella stupenda Otranto, il comune più orientale d'Italia: il suo centro storico è stato inserito nel Patrimonio Culturale dell'UNESCO ed è facile capirne il motivo: chiese, monasteri, il castello aragonese, i palazzi storici, le torri e le masserie attorno la città fanno solo da sfondo al magnifico e quasi surreale ambiente del borgo antico, un labirinto di piccole vie tra palazzi bassi e case piccole, costruite in pietra locale e adornate di fiori colorati, porte in legno e luci basse. Il borgo antico è una continua scoperta, ad ogni angolo si ha sempre l'impressione di volerci ritornare per girare a sinistra anziché a destra o di proseguire e magari anche di tornare indietro e rivedere lo stesso pezzo che ogni volta pare quasi diverso. La via che attraversa il centro storico per lungo (Via San Francesco di Paola) è sicuramente la tipica via turistica, piena di negozi di souvenir, gelaterie e piccoli bar, ma seguendo questa via, è molto più interessante attraversare le stradine che portano all'interno e scoprire scorci di vita quotidiana ma anche piccole attività meno turistiche (come ad esempio la libreria e bio-vegan bar Anima Mundi su via Capitano Michelangelo Maiorano).
Litoranea Otranto-Leuca
In tutto il Salento esistono zone caratterizzate dalla presenza di bauxite, elemento che colora il territorio di tonalità rossastre e decisamente diverse dal tipico scenario meridionale. Le attività di estrazione hanno portato alla frammentazione di alcune lande e alla creazione di cave coloratissime come quella in località Baia delle Orte, a pochi chilometri dal centro di Otranto, dove il "lago rosso" è essenzialmente un cratere in cui si susseguono tonalità di rosso, blu e giallo che terminano nel verde smeraldo dell'acqua.
La strada che porta da Otranto a Santa Cesarea Terme sembra quasi una via che parte dal presente e attraversa il passato, irrompendo nella tranquilla campagna che circonda la strada provinciale per raggiungere il Faro di Capo d'Otranto e Porto Badisco. In bicicletta, diceva un amico ciclista, apprezzi il reale Salento: i suoni della terra, la musica del mare e gli odori unici di una vegetazione ricca e unica.
Scendendo sulla Litoranea si incontra Porto Badisco, che Virgilio descrisse come il luogo dove "Due rocce spumeggiano d'acqua salata, mentre il porto rimane nascosto": acqua fresca, mare cristallino, spiaggia sabbiosa piccola e scogli a picco sul mare. La particolare Grotta dei Cervi è uno dei luoghi di turismo storico-antropologico in quanto contiene disegni appartenenti al periodo neolitico sulle pareti circostanti.porta da Otranto a Santa Cesarea Terme sembra quasi una via che parte dal presente e attraversa il passato, irrompendo nella tranquilla campagna che circonda la strada provinciale per raggiungere il Faro di Capo d'Otranto e Porto Badisco. In bicicletta, diceva un amico ciclista, apprezzi il reale Salento: i suoni della terra, la musica del mare e gli odori unici di una vegetazione ricca e unica.
Araba, colorata e magica Santa Cesarea Terme, apre i suoi portali come un'antica città mediorientale, qui si respira aria di mare antico, storie di turchi, messapi e greci e tuttora è possibile usufruire delle antiche acque curative e fanghi termali. Essendo tristemente nota in maggior parte a coloro i quali andranno a trascorrere quasi 12 ore nella discoteca Guendalina, è, quindi, chiaramente sconosciuta ai guerrieri della notte.
Un salto nella storia e qualche chilometro a sud e si giunge a Castro, borgo medievale installatosi su un promontorio che scende sul porto. Le cinta murarie che racchiudono il centro storico sono sicuramente tra i luoghi di maggiore interesse, ma particolare attenzione va posta al Torrione delle Mura e anche al fossato e al ponte levatoio del Castello. Sulla costa si trovano numerose grotte raggiungibili preferibilmente dal mare, tra cui la più famosa e anche la più bella, Grotta della Zinzulusa, dove stalattiti, stalagmiti e resti antichi regalano un'atmosfera fuori dal tempo.
Un salto all'interno e, "rotolando verso sud" si arriva a Tricase, borgo autentico, circondato da masserie, uliveti, resti preistorici e megalitici e un promontorio prettamente roccioso, dove è interessante, se amanti del genere, visitare le numerose chiese, i musei e le costruzioni militari presenti in città. Altrimenti, un rustico leccese e via verso Santa Maria di Leuca, famosa per le ville ottocentesche e per le grotte che si possono visitare sulle due coste della città (tra le più belle la grotta degli innamorati e quella del diavolo). Santa Maria di Leuca è sicuramente molto bella anche di sera nonostante non costituisca una variante tanto attiva quanto altre località salentine, ma offre comunque  una lunghissima passeggiata sul lungomare e degli scorci paesaggistici molto belli, tra cui il Faro.
Porto Badisco
Il tratto di strada Leuca-Gallipoli è un susseguirsi di magnifiche spiagge e porti molto simili ma tutti unici, ad esempio le "Maldive del Salento" a Marina di Pescoluse, tra Torre Pali e Torre Vado, e Marina di Ugento, situata tra maestosi uliveti e vigne. Prima di immergersi nell'asfissiante Gallipoli è bene prendere fiato nel Parco di Punta Pizzo a Punta della Suina, magnifica spiaggia sfortunatamente occupata da lidi e sede di stabilimenti balneari, ma di certo gay-friendly e paradisiaca come poche.
Gallipoli: passo oltre.
Dopo Gallipoli, in direzione Taranto, si apre quel pezzo di costa che a me, personalmente, è rimasto nel cuore per due meravigliose spiagge: quella di Porto Selvaggio e quella di Punta Prosciutto. Innanzitutto, quello che a me stupisce di Porto Selvaggio è il cammino per raggiungere la spiaggia. La baia accerchiata da scogliere abbastanza alte, fa parte di un bellissimo parco nazionale nel quale, ovviamente, è vietato parcheggiare. Perciò si lascia la macchina a qualche chilometro dal mare e si attraversa un pezzo di parco fino a scovare quest'oasi di pace e tranquillità (non in alta stagione) totalmente naturale. nelle vicinanze di questa baia anche quella di Uluzzo, ancora meno (ab)battuta dal turismo di massa.
Proseguendo verso nord, un'altra bellissima zona dal mare azzurro e spiagge bianche è Porto Cesareo, ricca anch'essa di strutture antiche come torri e masserie, ma molto frequentata per le sue magnifiche spiagge, tra le quali Punta Prosciutto. Paragonabile alle tradizionali spiagge caraibiche per i suoi colori, questa piccola frazione fatta di stradine di campagna e case private, si affaccia su uno dei luoghi più belli di tutto il Salento: un'area marina protetta e ricchissima di fauna e vegetazione uniche.

A parte il luoghi, le spiagge, le splendide strutture architettoniche, è l'atmosfera generale a stupire davvero tutti coloro i quali mettono piede in questa terra. Una lunga tradizione popolare, la pizzica, ha le sue radici non nel festone di fine agosto a Melendugno ovviamente, ma nasconde realtà sociali, politiche ed umane ben chiare ai locali. Consiglio il documentario di Gianfranco Mingozzi (disponibile su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=wmbXOdI1yhE raccontato da Salvatore Quasimodo) e naturalmente, le serate di pizzica che si svolgono in tantissime località salentine ogni anno e per tutto l'anno (http://www.quisalento.it).

Nel mio cuore, vorrei si dimenticassero i dissapori calcistici, il nazionalismo, il patriottismo e il consumismo. Quasi vorrei che il Salento fosse una nazione a parte, che si conservino le tradizioni reali e la meravigliosa lingua antica parlata ormai solo da pochi anziani. Vorrei non sentire mai più parlare del Salento come zona bagnanti e di Gallipoli come la nuova Riccione. Mi piacerebbe ascoltare storie di turchi, donne more e navi in arrivo, amo sentirmi come a casa di mia nonna: un piatto caldo sempre pronto, una storia che inizia con "tanto tempo fa" ed essere consapevole di essere straniera ma ospite ben accetto.

 

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