MALESIA - TERRA E ISOLE

Lenta Malesia, una lingua di terra sconosciuta. Bella e affascinante, pericolosa e accattivante. Chiara, rumorosa, calda Malesia.
Petronas Towers
L'arrivo a Kuala Lumpur (nonostante provenissi da Shanghai) è stato un boato di voci, colori e odori. Ma, una volta atterrata e uscita dall'aeroporto, gradualmente si lascia alle spalle la grande struttura di acciaio, vetro e metalli imponenti e moderni, il rumore dei clacson, i taxi e i viaggiatori per arrivare a pochissimi metri di distanza alla foresta. La distanza tra la porta scorrevole degli arrivi e la prima coraggiosa scimmia è di circa 20 metri. Pazzesco, ed era solo l'inizio.
Ricordo che quando ero piccola e la Malesia era solo un sogno irraggiungibile e dubitavo che Kuala Lumpur esistesse davvero, lessi da qualche parte che questa era una delle città con il più basso gap tra agglomerato urbano e ecosistema naturale, ossia non esisteva una linea netta di distinzione tra città e foresta e non era difficile che queste due si incontrassero in pochi metri di distanza.

Arrivo nella piovosa Kuala Lumpur di sera, un tassista sessista e folle alla guida ci accompagna in ostello (http://www.hostelworld.com/hosteldetails.php/The-Travel-Hub/Kuala-Lumpur/37259?dateFrom=27+Apr+2013&dateTo=28+Apr+2013&sc_sau=prfs&sc_pos=9) e da lì comincia la scoperta della Kuala Lumpur by night. Data la vicinanza al nostro ostello e l'abitudine personale, attraversando Petaling Street, strada cinese tipicamente decorata con luci, scritte e simboli tradizionali, ci si ritrova nel pieno del trafficatissimo e vivace quartiere cinese dove trovare numerosissimi locali, ristoranti e night bars. Qualche drink di troppo e il giorno dopo, la visita alla città e ai suoi monumenti è stata accompagnata da un hangover pesante, dati i 35 gradi e la voglia di scappare al mare. In città, tuttavia, ci sono luoghi stupendi da visitare, preferibilmente con una guida (nel nostro caso araba e poco loquace) come ad esempio le famosissime Petronas (Twin) Towers: simbolo del progresso economico della Malesia e disegno ricorrente su ogni calamita acquistabile. Alte ed imponenti, le torri gemelle hanno al loro interno i tipici centri commerciali asiatici e numerosi negozi di alta moda. Vale la pena sostarvi per qualche minuto, se non altro per godere dell'aria condizionata al suo interno e della varietà di possibili acquirenti di Ferrari o borse di Gucci.
Senza dubbio, la vera Kuala Lumpur è disegnata tra due bellissime costruzioni più antiche e tradizionali: Masjid Jamek, la più antica moschea cittadina costruita sul lembo di terra dove confluiscono due dei fiumi della città e Sri Mahamariamman, il più antico e ricco tempio induista situato alla fine della quartiere cinese su Jalan Bandar. In questa zona e a qualche isolato di distanza dal tempio induista, quello cinese Chan See Shu Yuen, stracolmo di oggetti, biglietti e statuette raffiguranti le immagini tradizionali, al sapore di incenso e stranamente silenzioso. Dalla mattina alla notte, Kuala Lumpur cambia espressione, la mattina si ha la sensazione che la vita scorra lenta, mossa dall'afa, ma nel pomeriggio l'intera comunità si comincia ad attivare, il Central Market (a pochi passi da Petaling Street) si riempie di gente, tra turisti ansiosi di comprare sete e prodotti tipici e locali a passeggio per le piccole bancarelle del mercato. Uscendo dal mercato, da un lato ci si imbatte nella tradizionale città e nelle sue stradine affollate di ambulanti, dall'altra si entra in una modernissima area artistica, il cineplex, dove trovare gallerie d'arte, un teatro, cinema e molto spesso anche rappresentazioni artistiche di strada che percorrono poi la grande Jalan Tun Sambanthan. 

La Malesia è fortemente legata alla religione: nonostante più della metà degli abitanti siano islamisti, una minima ma forte componente è costituita da buddisti e induisti. Templi e moschee sono più o meno ovunque, ma il luogo spirituale di maggiore interesse turistico e di sorprendente bellezza è il tempio induista delle Batu Caves. Questo sito dista circa 13 chilometri dalla capitale ed è facilmente raggiungibile con un treno diretto (al costo di 50 centesimi di euro, ovvero soli 2 ringgit) dalla stazione centrale di Kuala Lumpur.
Batu Caves
All'arrivo in questo villaggio, la vista è occupata da una gigantesca statua induista e da quasi trecento scalini alle sue spalle che portano ad una altezza di circa 100 metri. La statua, raffigurante il dio Murugan, è alta 42 metri ed è la più alta del mondo, costruita con legno e acciaio e completamente colata con oro proveniente dalla Tailandia. Alle sue spalle, la porta d'entrata alla scalinata è invece dipinta di azzurro, rosso, giallo e tutto intorno la natura imponente fa da sfondo, dalla quale arrivano le numerosissime scimmie che sostano sugli scalini o corrono nel piazzale. 
Una volta saliti gli scalini e raggiunta la vetta, da lì è possibile visitare tre cave grandi e altre minori, la più grande, la Cathedral o Temple Cave è contornata di statue Hindu e di iscrizioni. Così le altre due, la Art Gallery e la Museum Cave adornate di particolari induisti. Sulla via per la Ramayana Cave, una statua raffigurante Hanuman e un piccolo tempio dedicato a questa divinità raccontano come questa nobile scimmia sia stata d'aiuto al Lord Rama, protagonista invece delle iscrizioni della cava successiva. 

Tornati a Kuala Lumpur, dato il limitato tempo a nostra disposizione, decidiamo di saltare la visita a Singapore e di dirigerci direttamente verso il mare! La scelta cade su quelle che, a detta di molti, siano le isole più belle del paese: le Perhentian Islands.
Il viaggio è stato estenuante, sette ore in bus per Kuala Terennganu e altre quattro per Kuala Besut. In caso di sosta prolungata a Kuala Terengganu, ci sono vari siti di interesse tra cui Chinatown coni suoi templi e tipiche dimore, la moschea che fluttua in una laguna del fiume Kuala Ibai (the Floating Mosque) e il grande e affollato mercato centrale.
Kuala Besut è, invece, la tipica città di passaggio, porto principale per raggiungere le Perhentians, quindi la vita turistica e i servizi principali si concentrano attorno al porto, essendo comunque una fishing town.

Perhentian Islands
In meno di due ore in battello si raggiungono le due isole, prima la più grande e poi la minore. Il battello ferma nei luoghi dove i turisti scelgono di alloggiare, previa comunicazione al capitano. Chiaramente io non ero in possesso di alcuna prenotazione e personalmente, non volendo perdere tempo in un resort, abbiamo scelto al momento e finalmente alloggiato in una sorta di palafitta in legno direttamente sull'acqua. I ragazzi che gestivano questa piccola costruzione, avevano costruito stanze da letto e un ufficio di scuba diving, chiamandolo Sea Horse Dive Centre (https://www.facebook.com/Seahorsedivecentre). Perfetto, economico e direttamente sul bellissimo mare azzurro e cristallino!
A prescindere dall'indescrivibile costa bianca e dall'indimenticabile mare ricchissimo di ogni tipo di flora e fauna, all'interno dell'isola, si possono scoprire piccolissimi fast food e attività turistiche modeste e tradizionali. 
Un paio di giorni su quest'isola e poi via su quella opposta, personalmente la mia preferita. L'approdo su questa spiaggia grande e affollata dà l'impressione di essere in un luogo familiare, infatti è proprio su questa spiaggia che decidiamo di fermarci per il resto della vacanza: troviamo alloggio in una delle piccole case in affitto del Rock Chalet (http://rockgardenchalet.com/index.html), sull'altura a sinistra della spiaggia. Magnifico! Il proprietario, un anziano signore che non si capisce se ci è o ci fa, ci suggerisce le varie attività da svolgere, come il bagno nella baia degli squali, un tuffo tra le tartarughe e la piccola laguna dei delfini. L'isola offre così tanto che è molto difficile andar via, dai piccoli ristoranti sul mare agli artisti che si dilettano in performances acrobatiche per tutta la notte, a lagune nascoste al suo interno e alla semplice vita condotta dai locali.

Rock Garden Chalet

Il ritorno a Kuala Lumpur è stato come svegliarsi di domenica mattina alle 7: si ok, ti dovrai svegliare, ma vorresti restare là dove eri ancora un po'... il ritorno in Cina è stata la doccia di prima mattina a Febbraio quando manca l'acqua calda e il caffè era pure bruciato e, cazzo, hai dimenticato che l'accappatoio era a lavare.


 

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