FILIPPINE RANDOM

Certo, ogni luogo lascia qualcosa dentro ognuno di noi, ma le Filippine, o meglio i Filippini mi hanno contagiato di felicità. Ho tanti bei ricordi di questo viaggio in solitaria, ma i sorrisi che ho visto sull'altopiano, o nella giungla o al bar di Cebu City non sono paragonabili a molto altro nella vita.

Prendo il taxi per l'aeroporto di Pudong ancora ubriaca dalla serata precedente (Digitalism live al Club Ibiza di Shanghai) e, con gli stessi vestiti, mi addormento davanti ai gates e vengo svegliata da un ragazzo che mi dice "du iu go tu hong kong? thei ar..ehm..calling!". Adoro il sistema educativo italiano basato su Pascoli, equazioni di primo grado e ore di religione, il fatto che non insegnino l'inglese a dovere mi fa: A. beccare un sacco di soldi con le ripetizioni private in Italia B. ammazzare dalle risate all'estero con i tentativi di comunicazione arrangiati alla meglio.
Ringrazio questo sfigatello veneziano o qualcosa di simile e mi sposto a dormire sull'aereo. Imbarco e partenza quasi ad occhi chiusi e un unico pensiero in testa: speriamo che 'sta vacanza migliori.
Arrivo ad Hong Kong e riparto subito per Manila, il posto accanto al mio è occupato dallo sfigatello veneziano che mi parla per tutto il volo ininterrottamente mentre io penso che ho un volo prenotato dopo cinque ore dall'arrivo a Manila per Cebu, circa a mezzanotte. Improvvisamente lo sfigatello mi è simpatico: ha una stanza prenotata a Manila, vicino l'aeroporto, non parla inglese ed è in ansia perché sa che Manila è pericolosa e ha paura che, arrivato in albergo lo derubino. Tranquillo Coso, ti ci accompagno io, ma in cambio mi faccio una doccia e poi me ne ritorno in aeroporto. Effettivamente, arrivati in "albergo" (una costruzione arrangiata in una zona povera e sterrata adiacente all'aeroporto) mi faccio avere le chiavi della sua stanza, mi faccio la prima doccia dopo quasi 24 ore, e scendo nella "hall" per dargli le SUE chiavi della SUA stanza. Lo trovo in un angolo, impaurito e dubbioso della qualità dell'albergo, che aveva letto su Internet fosse comfortable and friendly. Mossa dalla compassione e dalla gratitudine, lo aiuto a trovare una sistemazione migliore, una scheda telefonica, un ATM, i bus per il centro e quelli per l'aeroporto e riparto. 
Cebu
Rido un po', mi sento un po' opportunista, ma infondo mi ha ringraziato anche lui, quindi la mia coscienza e il mio karma sono apposto. 

Arrivo a Cebu, incontro un'amica di vecchia data e bagordi, Cebu è bella, colorata e incasinatissima. Tanto vecchia quanto nuova, tanto asiatica quanto turistica, forse più tradizionale di Boracay, Palawan o Puerto Princesa che non farò in tempo a vedere...ma non avrò rimorsi perché sento che questa avventura mi resterà nel cuore. Girando per Cebu, scopro bellissime chiese e basiliche del periodo spagnolo, un tempio taoista affascinante ma anche tre diverse e meravigliose cascate (Mantayupan, Kawasan e Tumalog Water Falls). A Cebu si ha a che fare con la vita tradizionale di una città di porto, l'affanno commerciale, il caos di chi compra o vende e i numerosissimi bambini che di pomeriggio affollano le strade giocando, correndo e gridando. Colon Street, la strada più antica dell'isola e il centro della città vecchia, oggi è un po' lasciata a se stessa ma sempre molto trafficata. Molti dicono che sia molto pericolosa per via di borseggiatori e mendicanti insistenti, ma sinceramente, non l'ho considerata peggiore di tanti altri luoghi visitati qui. 

Chocolate Hills
Bisogna un po' abituarsi all'idea che nei paesi in via di sviluppo e nelle aree dove c'è un particolare livello di povertà, più o meno alto, la sicurezza personale non sia allo stesso modo garantita soprattutto a chi non è di quelle parti. Allo stesso modo, la passeggiata più bella e caratteristica da godersi quando il tempo è anti-spiaggia è sicuramente sulla Sergio Osmeña Boulevard, una lunga strada che inizia dal porto e arriva al Forte di San Pedro una bellissima fortezza del diciottesimo secolo situata in Plaza Indipendencia, ampia e verde piazza commemorativa. Qualche passo verso l'interno e in una piccolissima cappella al centro di una piazzetta-parcheggio, vicino la Basilica minore del Santo Niño, è custodita la Croce di Magellano attorniata da dipinti che raccontano la storia dell'esploratore portoghese. A parte ciò, Cebu mostra il meglio di sé dal pomeriggio alla sera: l'isolotto di Lapu Lapu, vicinissimo alla costa e raggiungibile con una comune jeepney (jeep taxi per sei-otto persone) attraversando un ponte, è non solo attrezzata per lo scuba diving e altre attività marittime da seguire di giorno, ma è anche molto interessante di notte con il suo ristorante nella giungla (The Jungle Restaurant and Entertainment) e i numerosi bar sulle spiagge o semplicemente per le affollate strade.

Da Cebu, prendo un traghetto per Bohol, una piccola isola ad un paio d'ore di viaggio abbastanza movimentato. Arrivo nel piccolissimo porticciolo e subito incontro un gruppo di francesi anche loro all'avventura ma con la fortuna di avere delle fidanzate temporanee del posto, che sapevano consigliare cosa vedere. Mi aggrego a loro, e così quello di Bohol diventa un viaggio di gruppo. 
Chocolate Hills
Probabilmente, se non avessi incontrato questi francesotti, avrei trascorso una notte nel Loboc River Resort o in un altro di cui non ricordo il nome, immersi entrambi nella giungla fitta e solitaria. Invece, troviamo un resort sul mare stupendo ed economicissimo, in zona Panglao Bay dove ci godiamo un paio di notti fresche e rilassanti, tra piscina, ristorante sul mare e scimmie sempre pronte a rubarti del cibo. Di prima mattina ci si mette in viaggio con direzione Chocolate Hills, una meraviglia naturale, per arrivare alla quale facciamo una sosta a Sevilla: un piccolissimo punto (troppo) turistico al di là del fiume che si può attraversare camminando su un ponte sospeso a pochi metri dal fiume costruito in bambù. Non c'è nulla di tradizionale o naturale in questo ponte, l'attraversamento costa per giunta 10 pesos (quasi venti centesimi di euro), e se ne trovano molti altri sparsi ovunque, tra mangrovie, foreste e lagune certamente più interessanti. La visita alle Chocolate Hills comincia in tarda mattinata, con un viaggio in bus verso l'entroterra e la salita sul punto panoramico della zona. Queste bellissime colline (circa 1700) si estendono in una riserva ampia e colorata, che nella stagione secca si tinge di marrone, dando il nome a questo monumento geologico unico al mondo.
Bohol 
La crociera ul fiume Loboc è sicuramente un'altra esperienza da non perdere, al costo di circa 300 pesos (un po' più di cinque euro) si sale su un barcone sul quale musica e cibo non interrompono mai il bellissimo panorama che si distende lungo le rive del fiume fino a giungere in una piccola rientranza dove assistere ad uno spettacolo locale di danza e canti tradizionali. La crociera dura un'oretta ma sul battello ci si diverte molto e l'aria che si respira è poco mistica ma tanto rilassante.
Lasciata Bohol, ritorno a Cebu, per poi ripartire verso Manila, che attendo con ansia di spogliare come si fa con una bella donna misteriosa.


Più che una bella donna misteriosa, Manila appare come una "femmina tosta", in pantaloncini e anfibi, con il trucco della sera prima, che ti ci vuole un po' di fortuna se le riesci a parlare senza che ti dia un calcio nelle palle.
L'ostello, nella Top 5 dei migliori ostelli nel quale sia stata, il Where2Next (http://where2nexthostel.com) è in un'ottima posizione urbana, vicino il mare ma in un'area piena di servizi di ogni tipo. Di giorno. Di giorno è ottimo. Di giorno la zona è perfetta. La sera si trasforma in un documentario sulla criminalità autogestita, in cui giovanissimi ladruncoli scorrazzano per le strade sporche e belle donne o simil-tali offrono i loro corpi a qualunque tipo di valuta estera. Di sera, questo è rientrato nella Top 5 dei posti in cui ho avuto più paura al mondo.
Mura - Manila
Manila è molto grande, overcrowded e sporca ma calda come tante altre città del sud-est asiatico. Nonostante ciò, non potrei paragonarla ad altro che a sé stessa. La sensazione che si ha è che si stia camminando effettivamente in una ex colonia spagnola, e che il dominio occidentale fortunatamente sia rimasto visibile solo nell'architettura urbana, perché il popolo vive di cultura propria e ne va così tanto fiero che, da stranieri, ci si sente un po' fuori luogo. Il mio tour in solitaria comincia nelle Intramuros, il centro storico, la città nelle mura costruite nel XVI secolo. Bellissimo patrimonio UNESCO, all'interno di Intramuros è possibile camminare tra i verdissimi giardini in fiore e visitare i resti dell'antica città, con la sua chiesa di San Augustin, il museo locale e appena fuori, il Fort Santiago. Personalmente ho girato la città in sella ad una "bike-taxi" con un filippino che si è offerto di farmi da guida al costo di conoscere la sua famiglia, moglie e tre figli che mi hanno salutato dall'interno della loro baracca minuscola fatta di lastre di latta e di lenzuola. Presumo che questo sia il modo più bello e culturalmente più attraente di girare per le vie di Manila: dal Makati City (il centro economico della città, attraversando Ayala Avenue, fino a Rizal Park.

Ora, io non vorrei proprio spiegare il mio personalissimo modo di viaggiare, diciamo che molto spesso mi lascio attrarre da qualcosa che inspiegabilmente incrocia il mio sguardo e, out of the blue, decido di andare là o laggiù o lassù, senza magari rifletterci un po' meglio. Ho deciso di andare a Banaue per vedere le rice terraces solo perché erano sulla pagina iniziale della Lonely Planet, ho chiesto in ostello per il primo bus e l'ho preso. 11 ore di viaggio notturno, e 13 di ritorno. Penso che sia entrata di prepotenza nella Top 5 delle migliori decisioni che ho mai preso nella mia vita.
Banaue
I miei colleghi e clienti cinesi mi hanno preso in giro e derisa  per mesi per questa gita fuori Manila dicendomi che le rice terraces are the same anywhere in Asia, ma vaffanculo io non ne avevo mai vista neanche mezza prima di allora. Per arrivare a Banaue, il pullman si ferma a Ifugao, piccola cittadina abbastanza orientata verso il turismo che da neanche due decenni comincia ad erodere anche questo territorio. Fortunatamente, essendo sola, ho potuto contrattare con un ragazzino del posto una gita un po' particolare, fuori dagli schemi: su una moto-taxi mi ha portato in giro per la zona, mostrandomi scorci di vita quotidiana crudi e tradizionali, visi segnati dalla povertà e dal lavoro dei campi e altri punti di vista della stessa attrazione turistica, come ad esempio la casa dei suoi nonni, una struttura essenzialmente simile a quella nella quale i nativi vivevano nel periodo pre-spagnolo.

La mia giornata estenuante a Banaue sembra non terminare mai, c'è così tanto da vedere e così tante persone con cui parlare in questo posto che non vorrei andarmene, ma stasera diventerebbe pericoloso per te, vai via, mi dicono. Vado via, so che qualcuno mi ha salvato la vita perciò non insisto e mi rimetto sul bus per Manila. Continuo a chiedermi se ci sia un'altro modo per raggiungere Banaue, magari più comodo o più rapido. In ogni caso, nel viaggio di ritorno a Manila penso a tante cose, a ciò che mi è stato detto e a ciò che è stato taciuto, a quello che ho visto e ai mille segreti dei luoghi in cui sono stata e in quelli in cui sono mancata. Penso così tanto che non mi rendo conto di essere ripartita dalle Filippine e di essere rientrata a Shanghai, dove non si pensa, si fa. 

 

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